Nasce in una famiglia di umili condizioni. Dopo la laurea in giurisprudenza a Messina, si traferisce a Firenze, docente di diritto romano. Tra il 1929 e il 1939 entra in contatto con l’Università Cattolica e diventa amico di padre Gemelli e Giuseppe Lazzati e poi membro dell’Istituto della regalità, con i voti di povertà, obbedienza e celibato nella castità. A ventinove anni vince la cattedra di Istituzioni di Diritto Romano. Si impegna nell’Azione cattolica fiorentina. È accolto nella comunità domenicana di San Marco dove vive in modo molto semplice.
Alla vigilia della guerra (1939), fonda e dirige la rivista «Principi», nella quale riflette sulle premesse cristiane per un’autentica democrazia. Ha problemi con il regime. Sostiene il diritto universale al lavoro e l’accesso alla proprietà. Nel 1946 viene eletto all’Assemblea costituente. Nel 1948 è nominato sottosegretario al Ministero del lavoro, nel 1950 scrive, in «Cronache sociali», il famoso saggio L’attesa della povera gente. Nel 1951 interviene presso Stalin in favore della pace in Corea. Il 6 luglio è eletto sindaco di Firenze. Nel 1952 organizza, in piena guerra fredda, il primo Convegno internazionale per la pace e la civiltà cristiana. Nel 1955 riunisce a Firenze i sindaci delle capitali del mondo che firmano un patto di amicizia. Nel 1959, invitato a Mosca, parla al Soviet supremo in difesa della distensione e del disarmo. Lancia l’idea dell’Università europea da istituire a Firenze. Lavora instancabilmente per la pace, guardando in modo speciale alla Terra santa e al Mediterraneo, «grande lago di Tiberiade». Segue con passione i lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II.
È stato dichiarato venerabile il 5 luglio 2018.