Giuseppe Ambrosoli nasce a Ronago, prov. di Como, il 25 luglio 1923, da Giovanni Battista Ambrosoli e da Palmira Valli, la nota famiglia dell’industria del miele.
Si distingue per l’appartenenza al gruppo del “Cenacolo”, un gruppo a carattere diocesano che si prefiggeva di seguire con maggiore profondità e metodo i giovani più impegnati nell’Azione Cattolica. Sentì presto la vocazione alla vita missionaria. Per questo nel 1942 scelse di frequentare la Facoltà di medicina, che però dovette interrompere essendo stato chiamato alle armi il 27 marzo 1944. Alla fine della guerra riprese gli studi e il 28 luglio 1949 ottenne la Laurea in Medicina e Chirurgia, presso l’Università degli studi di Milano, e dopo un Corso di medicina tropicale al “Tropical Hygiene” di Londra, decise di entrare tra i Comboniani. Fu ordinato sacerdote dall’allora Arcivescovo mons. Giovanni Battista Montini il 17 dicembre 1955. Dopo la prima messa, celebrata a Ronago il 18 dicembre 1955, il 1° febbraio 1956 partì per l’Uganda, con destinazione Gulu.
Fu immediatamente addetto alle nascenti opere ospedaliere della Missione di Kalongo (Diocesi di Gulu). Qui, all’ospedale di Kalongo passerà tutta la sua vita missionaria. Esattamente 31 anni, dal 19 febbraio 1956 al 13 febbraio 1987. In questo tempo, molteplice fu la sua opera, svolta con la collaborazione di religiosi e laici, locali e stranieri. Oltre all’Ospedale di Kalongo, che con lui alla guida assunse sviluppo e fama notevoli anche fuori dai confini dell’Uganda, nel 1959 fondò sempre a Kalongo la Scuola per Ostetriche e Infermiere; nel 1972 poi inserì nell’area del suo ospedale anche gli ospedali per Hanseniani di Alito e Morulèm e infine nel 1979 riuscì a far sì che la sua struttura sanitaria facesse parte del Programma Ugandese del Dipartimento per la Cooperazione e lo Sviluppo (Ministero degli Affari Esteri). La sua opera fu conosciuta e stimata, e soprattutto costituì un punto di riferimento qualitativo per tutta la zona centro-orientale dell’Africa.
umiltà e ubbidienza, quindi “rinnegando se stesso”, ad un invito di amore e di servizio basato sulla fede che è come attuazione del comandamento divino di “amare il prossimo”».
È stato dichiarato venerabile il 17 dicembre 2015.