Fondazione Azione Cattolica Scuola di Santità
CATHOLIC ACTION SCHOOL OF SANCTITY FOUNDATION
FUNDACIÓN ACCIÓN CATÓLICA ESCUELA DE SANTIDAD
Pio XI
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Pio XI

NOTE BIOGRAFICHE E ITER DELLA CAUSA

Juan Vázquez

19 gennaio 1917, Temperley - 10 dicembre 1992, Claypole

Chi era Juan?

Juan è nato il 19 gennaio 1917 a Temperley, distretto di Lomas de Zamora, provincia di Buenos Aires. I suoi genitori erano José Vázquez Rodríguez e Fernández Álvarez, nativi della Galizia.

Sua madre lo offrì alla Beata Vergine di Luján, prima che nascesse, instillando in lui una fervente devozione alla Beata Vergine, promessa che mantenne sempre con fervore.

Ha studiato alla scuola Manuel Belgrano e all’Istituto Euskal Echea, dove ha conseguito la laurea con voti eccellenti. Ha vinto sempre il primo premio per i voti ottenuti e la dedizione allo studio. Ha completato i suoi studi terziari presso l’Università Nazionale di Buenos Aires, conseguendo il titolo di Ingegnere Geometra.

Appartenne all’arcidiocesi di La Plata, fino alla costituzione della diocesi di Lomas de Zamora. Nel 1932, quando nacque l’ACA nel nostro Paese, fu chiamato dal suo parroco a formare, insieme ad altri ragazzi, il centro JAC di. la Parrocchia Nuestra Señora de Parish, la Pietà di Temperley, di cui sarà poi presidente per diversi anni. Si esibì lì fino al 1942.

Dopo essere passato per il Consiglio Arcidiocesano di La Plata, fu chiamato a collaborare nel Consiglio Superiore, dove fu successivamente Segretario Generale, Vice Presidente e infine Presidente Nazionale nel 1952. Poiché fu chiamato a collaborare al Consiglio Superiore della Gioventù della AC, fu successivamente segretario, vicepresidente e presidente nazionale, fino a diventare vicepresidente del Consiglio Centrale dell’ACA

Nel 1946 viaggiò in Europa come membro della delegazione JAC al Congresso Pax Romana.

All’Assemblea Generale della Federazione Internazionale della Gioventù Cattolica del 1951 tenutasi a Roma, e alla quale Vázquez partecipò come delegato argentino, fu eletto Vicepresidente. In questa carica fu rieletto nell’Assemblea Generale del 1954 e nel 1956 fu nominato Presidente

Questo vecchio combattente la cui figura è quasi confusa con la storia della JAC; dei suoi tempi migliori e peggiori, delle sue tempeste e dei suoi trionfi, dei suoi successi e delle sue cadute, offre oggi al movimento che fu teatro della sua attività fin dall’infanzia, l’opportunità di presentarsi al mondo reclamando una posizione di avanguardia. che sarà quello della JAC Argentina, ogni volta che parlerà la bocca del nostro Presidente Nazionale

Così scrivevano di lui gli amici e colleghi di allora nella già citata rivista che era un canale di comunicazione permanente per i giovani dell’Azione Cattolica.

La FIJC ha riunito 16 milioni di giovani provenienti da 41 paesi partecipanti. Avendo, in quegli anni, status consultivo presso l’UNESCO. I suoi precedenti presidenti erano Joseph Senn (presidente della Gioventù cattolica svizzera) e Henrich Koepler (presidente della Gioventù cattolica tedesca).

Nel 1951, Vázquez fu incaricato della Commissione Iberoamericana della IFJC con sede a Buenos Aires, incarico che mantenne per due periodi. Questa commissione tenne diversi incontri regionali: Buenos Aires (agosto 1952); la Floresta (febbraio 1953); Lima (ottobre 1953) e Rio de Janeiro e Montevideo (rispettivamente luglio 1955 e ottobre 1956).

Fu allora che introdusse i Cursillos di Cristianesimo in Argentina, tenendo il primo Cursillo dal 24 al 27 maggio 1956 e creando due Segretariati regionali con sedi a Buenos Aires e in Messico.

Da laico assoluto, queste responsabilità non lo hanno distolto dal suo campo professionale dove si è sviluppato come insegnante di matematica, merceologia, fisica, religione e morale nelle scuole secondarie del nostro Paese. Nel 1930 entrò nella Direzione delle Ferrovie come funzionario a diversi livelli, ricoprendo infine incarichi di gestione gerarchica.

È stato docente presso la Temperley Business School, di cui è stato uno dei fondatori, presso l’Istituto “Vicente Pallotti” e presso l’Istituto Magistrale Terziario “Antonio Saénz”.

Funzionario del Ministero Nazionale dei Trasporti, fu licenziato nel dicembre 1954 dal governo Perón e fu reintegrato nel dicembre 1955.

Fin dalla sua fondazione fu professore presso l’Università Cattolica Argentina, insegnando, tra le altre materie, Dottrina Sociale della Chiesa, Etica e Morale Professionale e Teologia. Prima dell’Università Cattolica, è stato professore presso l’Istituto di Cultura Cattolica di Buenos Aires.

Dal 1958 al 1967 fu membro permanente del Consiglio Centrale dell’ACA su nomina dell’episcopato.

Papa Paolo VI lo designò come uno dei primi laici a dover partecipare come uditori al Concilio Vaticano II, nel 1963/1964 e nel 1965, fino alla sua chiusura.

Il 10 novembre 1964, davanti al Concilio Vaticano II nella sua terza sessione, Giovanni espresse:

Noi uditori laici siamo sinceramente grati di essere invitati ancora una volta a pronunciare le nostre parole oggi. Poiché, intervenendo sullo schema dell’Apostolato laicale, esprimiamo il nostro vivo interesse per quest’altro: quello della Chiesa nel mondo moderno… Ma non basta guardare, occorre precisare… La storia dell’Apostolato lo schema è breve…Siamo profondamente consapevoli che la Gerarchia ha bisogno di conoscere, giorno dopo giorno, il mondo e il suo futuro. Sentiamo profondamente la nostra missione, che nel linguaggio del Santo Padre Paolo VI ha acquisito la definizione di PONTE. Perché ripetiamo: siamo Chiesa, siamo mondo.

“Vogliamo osservare, parlare e agire per la Chiesa e il mondo”

Fu l’unico laico a parlare nelle pubbliche sedute di quella grande assemblea episcopale

Nel 1967 la Santa Sede lo distinse nuovamente, nominandolo membro del CONCILIUM dei laici per un quinquennio.

Dal 1969 al 1970 e dal 1970 al 1973 fu Direttore della Caritas Argentina, creando il Dipartimento della Gioventù.

Da laico a prete

Nel 1973 espresse al suo Vescovo il desiderio di consacrarsi al sacerdozio. Aveva 56 anni, il 26 dicembre 1974 fu ordinato diacono e il 29 giugno 1975 fu ordinato sacerdote in Piazza San Pietro a Roma, all’età di 58 anni.

Ritornato nel suo Paese, si unì alla sua diocesi di Lomas de Zamora e si dedicò al servizio sacerdotale nella Pastorale giovanile e presso l’Università Cattolica Argentina, per la quale aveva collaborato dal 1958. Fu cappellano della Facoltà di Scienze Sociali ed Economiche di detta Università.

In questo periodo stabilì con tanti giovani una grande amicizia sacerdotale, la sua vera passione. Per ognuno di loro è stato sacerdote, consigliere, fratello maggiore e amico.

Nel 1976, una lesione vascolare cerebrale lo lasciò limitato in molte attività, ma non nella dedizione e nel servizio, nella lucidità e nell’irriducibile amore per l’Azione Cattolica, che continuò ad accompagnare, formalmente o informalmente, ogni volta che gli veniva richiesto.

Alcuni ricordi di sé  Un uomo semplice, tranquillo nel camminare e nel parlare, ma appassionato e forte nelle sue convinzioni. Esigente, ma comprensivo. Il suo centro e la sua predicazione erano né più né meno che “L’amicizia con Cristo” e quattro parole d’ordine che ha impresso in noi che lo abbiamo conosciuto:  austerità, autenticità, pulizia dell’anima e del cuore,  fedeltà.  Molte volte lo sentiamo dire:

“Tra i giovani della JAC non c’è posto per i mediocri e se ci fossero, o smettono di essere mediocri o smettono di far parte dell’Azione Cattolica”

Monsignor Manuel Menéndez, che fu vescovo di San Martín, diceva con affetto ed emozione:

Ricordo  che martedì 10 novembre 1964, data storica per i cattolici argentini, Juan Vázquez, alla presenza di 2.119 Padri conciliari, per più di dodici minuti, parlò dell’Assemblea ecumenica, di uno dei temi più importanti del Concilio: la presenza della Chiesa nel mondo. La sua voce lenta, un po’ ovattata, ma chiara e ferma, aveva suoni che raggiungevano l’anima e la travolgevano di emozione. Gli applausi con cui i Padri conciliari hanno premiato la dissertazione di Juan Vázquez mi sono sembrati come agili colombe che volano verso l’amata Patria argentina per posarsi sul prezioso labaro della beata Azione Cattolica argentina.

Il Segretario di Stato del Vaticano, cardinale J. Villot, nella lettera a Vázquez del 19 giugno 1972, affermava “……. “Il Santo Padre mi ha affidato il compito di esprimervi gratitudine per l’attività svolta e per la serietà con cui avete partecipato ad un lavoro che, in questi cinque anni, ha già significato un grande servizio alla Chiesa…”

“ Per la Santa Sede è motivo di speranza avere la certezza che metterete questa larghezza di spirito e di cuore al servizio di tutti, ovunque continuerete a lavorare ” .

Nel 1999 Florencio José Arnaudo, in risposta alla richiesta di informazioni aneddotiche su Juan Vázquez, riferisce……..”  Ero nei vari campi, viaggiammo insieme in Europa nel 1948, continuammo a vederci poi all’Università Cattolica , dove entrambi insegnammo Dottrina Sociale della Chiesa, fino a poco prima della sua morte ”.

Padre Manuel Moledo ha detto di lui  “Credo che se la JAC ha dato un santo, quel santo è Vázquez”.

Il p. Il dottor José Luis Kaufmann, Vicario giudiziale, presidente del tribunale ecclesiastico interdiocesano “C” di La Plata, fa riferimento dicendo che “quella che mi è rimasta impressa nel cuore è stata una frase di Vázquez:  “Tra i giovani della JAC non c’è C’è posto per i mediocri e se ce ne fossero, o smetterebbero di essere mediocri o smetterebbero di far parte dell’Azione Cattolica”.

Anche noi che lo abbiamo conosciuto nella fase finale della sua vita abbiamo saputo scoprire in lui il passaggio di un santo nella nostra giovane vita. Ci ha insegnato ad amare la Chiesa e l’Azione Cattolica, ci ha insegnato ad essere comunità di amici, ci ha “martellato” fino allo sfinimento sull’importanza vitale della formazione integrale e dell’apostolato; Ci ha portato nella sua amata “Cabaña Pío XI”, accanto a Mascardi come Gesù portò Pietro, Giovanni e Giacomo al Tabor.

Ha apprezzato la nostra vocazione laicale, ha benedetto e accompagnato i nostri giovani matrimoni, ha giocato con i nostri primi figli come un nonno, imprimendo sempre un insegnamento per forgiare teneramente il loro carattere e aprire il loro cuore verso Dio, la loro Madre, la Chiesa, l’Azione Cattolica.

Sapeva guidare, orientare, incoraggiare il cammino, alla scuola del sacrificio per amore, diffondeva gioia ed entusiasmo, anche di fronte ad un orizzonte che lo preoccupava. Passava ore a confessarsi a casa, cosa per la quale aveva l’autorizzazione del suo Vescovo diocesano, non aveva mai fretta di assisterci e di ascoltarci. Se n’è andato come i santi, per questo non ci ha lasciato.

Nel 1992 dovette essere ricoverato al Cottolengo de Claypole, dove morì il 10 dicembre, e ivi è sepolto.

 

originale in spagnolo sul sito dell’Azione Cattolica Argentina