All’inizio del Novecento, con l’emancipazione femminile in modo particolare nell’occidente, le donne sono state protagoniste di tanti cambiamenti sociali culturali e giuridici.
In questo contesto, alcune figure di donne di AC hanno sostenuto l’emancipazione femminile delle donne cattoliche.
In Italia ricordiamo Armida Barelli (1882 –1952), che nel 1918 fonda la Gioventù Femminile di Azione Cattolica di cui è Presidente e nel 1946 è nominata Vice Presidente Generale dell’Azione Cattolica Italiana.
Armida ha aiutato le giovani donne cattoliche ad uscire dal ruolo domestico per essere protagoniste nella vita della Chiesa e della società. Se le donne in ambito ecclesiale erano confinate nelle due categorie di “madri o suore”, nel 1919 la Barelli con padre Gemelli e altre donne ha fondato il primo Istituto secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo. Una nuova forma di vita laicale “consacrata” nel mondo.
Armida ha partecipato in prima persona all’emancipazione delle donne cattoliche in Italia, di qualsiasi ceto sociale. Con lei le donne hanno cominciato a riunirsi, formarsi, a parlare in pubblico e a credere in sé stesse, con riviste, corsi di alfabetizzazione, pellegrinaggi in Italia e all’estero.
Nel 1946 il diritto al voto per le donne in Italia ha trovato preparate e attive le “gieffine”. Armida gira l’Italia dal nord al sud per la battaglia del voto della donna, incoraggiando tutte le donne a mettere a frutto il loro diritto con la partecipazione che fu determinante.
Maria Sticco nel suo libro, Una donna tra le due secoli, colloca la Barelli “tra due ere della civiltà della donna: l’era della sottomissione più o meno incondizionata e l’era dell’autonomia economica e giuridica.”
In Spagna troviamo la figura di Pilar Bellosillo García-Verde (1913 – 2003)
L’8 settembre 1964 Papa Paolo VI invitò come “uditrici” al Concilio Vaticano II, dieci religiose e tredici laiche e Pilar era una di loro.
Nel 1938 entra a fare parte dell’Azione Cattolica in Spagna fino ad arrivare ad essere presidente nazionale della Gioventù di Azione Cattolica (1940-1946). In seguito, divenne presidente nazionale del ramo femminile dell’Azione Cattolica (1951-1963).
Anche Pilar come Armida, punta sulla formazione della personalità delle donne, in particolare sulla loro formazione sociale con il laboratorio “Semana Impacto” e la “Campaña contra el Hambre” (oggi Manus Unidas). Sono iniziative che hanno avuto un grande impatto in tutta la Spagna.
Per le sue capacità nel 1961, viene eletta Presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (WUCWO), carica che mantiene fino al 1974. Questa dimensione internazionale le permette di combattere per la libertà della donna. “Noi donne – Pilar afferma – siamo le protagoniste di quel momento storico, caratterizzato dal risveglio della coscienza femminile nel mondo (1950-1970). È il momento della nostra “liberazione””. Ha promosso piani di educazione e la questione del lavoro delle donne soprattutto nel Terzo Mondo. Ha voluto l’Assemblea statutaria a Dar Es Salaam, in Tanzania, nel 1974, per la prima volta fuori dall’Europa, con più di 500 donne africane partecipanti.
Insieme a queste due figure di spicco sarebbero tante le figure femminili, che grazie alla formazione ricevuta hanno partecipato attivamente nella società civile, nell’amministrazione locale, nella vita politica nazionale. Tra queste:
Adela Rina Abbo Fontana, Venezuela (1919 –1986). Responsabile di giovani AC. È stata la prima donna a presiedere il Consiglio municipale di Caracas.
Tina Anselmi, Italia (1927 –2016). Cresciuta nella Gioventù Femminile di AC, partecipa alla Resistenza, poi alla vita politica. È stata la prima donna con la carica di ministro della Repubblica Italiana, in qualità di ministro del lavoro.
Virginia Blanco, Bolivia (1916 –1990). Presidente di AC. Ha aperto nella sua casa in Cochabamba un “poliambulatorio” per le persone con scarse risorse economiche ed una “mensa popolare” tuttora funzionanti.
Adele Bonolis, Italia (1909 –1980). Attiva nella Gioventù Femminile e poi nell’Unione donne di AC. Negli anni Cinquanta del secolo scorso, prima della legge Merlin che abolisce le case chiuse nel 1958, Adele apre tante case per le donne fragili in Lombardia: casa Maria Assunta, casa Maria delle Grazie e Villa Salus.
Samar Messayeh